Quando i nonni si trovano a gestire nipoti che rispondono male, ignorano le regole o manifestano comportamenti di sfida, l’esperienza che dovrebbe essere fonte di gioia può trasformarsi in una situazione frustrante e destabilizzante. Questa dinamica, osservata sempre più spesso nelle famiglie contemporanee, richiede una comprensione profonda delle cause sottostanti e strategie concrete che rispettino sia l’autorevolezza dei nonni sia le esigenze evolutive dei bambini.
Perché i bambini si comportano diversamente con i nonni
Il comportamento oppositivo dei nipoti nei confronti dei nonni raramente è casuale o privo di significato. I bambini percepiscono le relazioni familiari con una sensibilità elevata e spesso testano i confini proprio con le figure che percepiscono come più indulgenti o meno rigide rispetto ai genitori. Gli studi di psicologia dello sviluppo mostrano che, tra i 3 e gli 8 anni, i bambini attraversano fasi in cui affermano la propria autonomia anche tramite l’opposizione e la negoziazione dei limiti, soprattutto nel contesto familiare.
Un altro elemento cruciale riguarda le aspettative non allineate tra generazioni. I nonni spesso applicano modalità educative apprese decenni fa, che oggi possono entrare in tensione con approcci genitoriali diversi, più orientati alla negoziazione e alla regolazione emotiva. Quando un bambino riceve messaggi contraddittori su cosa sia accettabile, la confusione può manifestarsi attraverso comportamenti provocatori.
La trappola dell’affetto incondizionato
Paradossalmente, proprio l’amore sconfinato che i nonni provano per i nipoti può diventare un ostacolo sul piano educativo. Molti nonni faticano a mantenere una posizione ferma per timore di compromettere il rapporto affettivo o di essere percepiti come severi. La ricerca sulla disciplina indulgente mostra però che l’assenza di limiti chiari è associata a maggiori problemi comportamentali come aggressività e oppositività nei bambini.
Lo psicologo e psicoterapeuta dell’infanzia Haim Ginott ha sottolineato come i bambini abbiano bisogno di limiti chiari anche da parte delle figure affettive secondarie, non per sentirsi controllati ma per sentirsi sicuri. Nel suo libro Between Parent and Child, Ginott descrive come confini coerenti, espressi con linguaggio rispettoso, riducano ansia e comportamenti provocatori perché offrono una struttura prevedibile. L’assenza di confini può aumentare l’ansia del bambino, che talvolta intensifica i comportamenti provocatori nel tentativo di trovare una struttura più chiara.
Strategie concrete per recuperare autorevolezza
Creare un patto educativo con i genitori
Prima di implementare qualsiasi strategia, è fondamentale che nonni e genitori si confrontino apertamente sulle regole fondamentali. Non serve una convergenza totale su ogni aspetto educativo, ma è necessario identificare alcuni punti fermi non negoziabili: il rispetto reciproco nel linguaggio e nel tono di voce, la gestione dei momenti di transizione come arrivo e pasti, le conseguenze per i comportamenti inaccettabili, gli ambiti di flessibilità concessi specificamente ai nonni. La coerenza educativa in famiglia riduce la confusione del bambino e i comportamenti problematici tendono a diminuire in modo significativo.
La tecnica del disco rotto modificata
Quando un nipote manifesta comportamenti oppositivi, molti nonni cadono nell’errore di argomentare, spiegare o negoziare all’infinito. Questo approccio trasforma ogni regola in un dibattito aperto. Una strategia più efficace, derivata dalle tecniche comunicative assertive e dai programmi comportamentali per genitori, consiste nell’esprimere la regola con calma e chiarezza una sola volta, validare l’emozione del bambino senza cedere sulla regola dicendo ad esempio “Capisco che tu sia arrabbiato perché vorresti continuare a giocare”, ripetere la stessa frase essenziale se il bambino insiste senza aggiungere nuove spiegazioni, e applicare la conseguenza annunciata se il comportamento persiste.

Questa tecnica riduce le escalation e mantiene la coerenza nella risposta dell’adulto. Ross Greene, autore del libro The Explosive Child, sottolinea l’importanza di risposte calme, prevedibili e non reattive per prevenire esplosioni emotive nei bambini con forte oppositività .
Prevenire invece che reprimere
I nonni più efficaci nella gestione dei comportamenti difficili sono quelli che anticipano le situazioni critiche. Questo significa identificare i momenti della giornata in cui l’opposizione emerge più frequentemente e strutturarli in modo diverso. Se le crisi avvengono durante i pasti, può essere utile verificare fattori come fame, stanchezza e bisogno di movimento prima di sedersi a tavola. Se le difficoltà emergono quando si avvicina il momento del ricongiungimento con i genitori, può essere coinvolta ansia da separazione o eccitazione. Costruire rituali prevedibili e rassicuranti è una strategia supportata dalla letteratura sulla regolazione delle transizioni nei bambini.
Il linguaggio che disinnesca i conflitti
Le parole che scegliamo con i bambini oppositivi fanno una grande differenza. Anziché frasi che invitano allo scontro come “Devi smettere immediatamente”, i nonni possono usare un linguaggio che offre scelte limitate mantenendo la direzione educativa. Esempi pratici includono “Preferisci mettere a posto prima i giochi o prima i libri?”, oppure “Abbiamo cinque minuti prima di preparare la tavola, come vuoi utilizzarli?”, o ancora “Ho notato che alzi la voce con me, riprova con un tono più gentile e potrò ascoltarti”.
L’uso di scelte guidate e di un linguaggio che connette prima di correggere è coerente con gli approcci psicoeducativi basati sul funzionamento del cervello sociale del bambino. Nel libro The Whole-Brain Child, Daniel Siegel e Tina Payne Bryson sintetizzano ricerche neuroscientifiche che mostrano come questo tipo di comunicazione coinvolga le aree prefrontali e regolative, invece di attivare solo risposte difensive. Dare scelte limitate aumenta la collaborazione e riduce le reazioni oppositive, perché preserva una quota di senso di controllo nel bambino.
Quando il problema richiede un intervento più ampio
Esistono situazioni in cui i comportamenti oppositivi dei nipoti segnalano difficoltà che vanno oltre la normale fase evolutiva. Le linee guida cliniche indicano che un consulto specialistico è opportuno quando l’intensità , la frequenza e la durata delle crisi sono marcate e persistenti, quando il bambino manifesta aggressività fisica verso persone o cose, o quando i comportamenti problematici sono presenti in più contesti come casa, scuola e altri ambienti di cura per diversi mesi consecutivi.
I nonni possono svolgere un ruolo prezioso condividendo le proprie osservazioni con i genitori in modo costruttivo, evitando toni giudicanti ma sottolineando pattern specifici che hanno notato: quando, dove e con chi si verificano certi comportamenti. La collaborazione tra figure educative multiple è indicata come fattore protettivo nei percorsi di supporto psicologico dei bambini.
Il rapporto tra nonni e nipoti rappresenta una delle relazioni più significative nell’arco della vita, come mostrato dagli studi sulle relazioni intergenerazionali che evidenziano effetti positivi sul benessere emotivo di entrambe le parti. Affrontare le difficoltà comportamentali con strumenti adeguati non solo ristabilisce un clima sereno, ma insegna ai bambini che l’amore autentico include anche la capacità di porre limiti rispettosi e coerenti. La combinazione di calore affettivo e fermezza nei limiti è uno dei fattori più associati a un buon adattamento psicologico nei bambini. Questa eredità educativa ha un valore che supera di gran lunga la gestione del singolo capriccio.
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